• Pubblicata il
  • Autore: Giorgio
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Crosseder - 1 - Grosseto Trasgressiva

Ho 27 anni e circa 5 anni fa ho cominciato la mia vita parallela. Carnevale, e una carissima amica pensa che sarebbe bello e diverso travestirci invertendo i ruoli: in fondo è carnevale! Io procuro a lei dei vestiti da uomo i miei, e lei mi farà usare i suoi. Per lei fu abbastanza facile travestirsi. Il bello fu far sembrare me una ragazza più di un'ora. Vi garantisco però che sentirmi passare il pennello del trucco sugli occhi, sulle guance, il fondotinta, la cipria, mascara e eyeliner fu una sensazione bellissima. Poi arrivammo ai vestiti. Per fortuna ho un corpo longilineo. E ' indossando i suoi vestiti che arrivarono le sensazioni più forti: prima la brasiliana con leggere carezze alle mie zone più intime; poi le autoreggenti che solleticano le zone erogene delle mie gambe; quindi arrivò la gonna (ottimo hai le gambe dritte mi disse la mia amica!) che lasciava coperta solo metà della mia gamba (cazzo che corta pensai io), e con i primi movimenti sentivo che quasi mi accarezzava; con il reggiseno, imbottito, mi sentivo però quasi ridicolo, ma la lasciai fare ad aiutarmi a metterlo e quindi imbottirlo con del cotone; una camicetta e una maglietta per il tocco finale all'abbigliamento. Allora avevo i capelli corti quindi indossai una parrucca che avevo comprato con lei. Mi aggiustò il trucco con gli ultimi ritocchi. Fu quando mi guardai finalmente allo specchio che tutta la mia eccitazione per questi preparitivi scoppiò: mi ero eccitato moltissimo, e guardandomi non riuscivo a credere ai miei occhi. Anche lei fu compiaciuta del lavoro fatto: ora sembri veramente una di noi Vanessa! Vanessa? Sì oggi questo può essere benissimo il tuo nome, mi disse, non credo proprio che possano pensare che sei un ragazzo e mi baciò sulla bocca. Stavo ormai scoppiando dall'eccitazione: allora cominciai a baciarla anch'io con foga stringendola a me perchè sentisse quanto ero eccitato. Lei allora cominciò ad accarezzarmi, e quindi a toccarmi soprattutto il culetto (è proprio bello e sodo, diceva). Mi sfilò la brasiliana lasciandomi addosso i vestiti, e mi fece sdraiare a letto. La sua lingua cominciò a leccarmi le palle e poi all'improvviso scivolò giù al mio buchetto. Ero inebriato. Ci infilò un dito delicatamente e con l'altra mano mi masturbava. Stavo scoppiando. Cominciò a stimolare la prostata e le sensazioni diventavano vorticose. Ebbi un fiotto incredibile ed inaspettato: fantastico. Bene ora lavati e usciamo, disse. Usciamo? Come, quando? Voglio uscire con te. Mi sentivo gelare il sangue. Lei cominciò a spogliarsi (bellissima e la invidiavo). Si rivestì anche lei con una gonna (più corta della mia, la invidiavo di nuovo), si truccò sotto il mio sguardo: ancora non credevo che volesse uscire con me così travestito preoccuparti, in fin dei conti è carnevale! Pronta, mi prese per mano e mi accompagnò fino al portone dove mi affacciai impaurito o impaurita. Avrò un freddo cane pensavo (era inverno dopo tutto) e mi vergogno. Mi spinse fuori delicatamente e mi ritrovai sul marciapiede con la gente che passava infreddolita. Io sentivo un caldo incredibile tanto era il sangue che il mio cuore impazzito stava pompando. Vedi, nessuno ti guarda inorridito o stranito, credimi non sembri assolutamente un ragazzo travestito, sei solo Vanessa! Confortato da queste parole piano piano cominciammo a camminare verso la metro (avevo delle scarpe con un piccolo tacco per fortuna, e non mi ci trovai male). Siamo scese ai treni: quanta gente pensavo e chissà cosa penseranno di me. Lo confidai a lei che invece mi sussorrò all'orecchio: sei una ragazza, è la tua testa che ti fa sentire di essere un ragazzo, nessuno ti sta guardando disgustato o divertito. Forse aveva ragione pensai guardandomi intorno timida/o. Siamo salite sul treno verso il centro. E lì cominciai a rilassarmi per quanto potessi. Fu allora che la mia amica mi fece notare due ragazzi che ci guardavano, cazzo che figura ora mi prenderanno per il culo! Siamo scese e siamo andate in un locale affollato e chiassoso. Cerca di fare una voce più femminile che puoi, in caso diciamo che sei raffreddata. Non capivo cosa dicesse, forse per ordinare qualcosa da bere? Invece no, quei due ci avevano seguite. Hanno attaccato bottone lei parlava tranquilla io me ne stavo zitta cercando di farmi più piccola possibile, volevo sparire. Come ti chiami? Perchè sei così timida? Venite spesso qui? Perchè in realtà non vi abbiamo mai viste? Andate a qualche festa in maschera questa sera? Come vi travestite? Cosa vuol dire come vi travestite, pensai, sono già travestito: da ragazza. Forse aveva ragione lei? Non si capiva proprio che fossi un ragazzo? Cercai tutte le forze che avevo e il sangue ribolliva nelle vene: io sono Vanessa, ciao. Allora hai anche una voce, disse uno di loro (non ricordo più purtroppo i loro nomi) sorridendo. Si sono seduti con noi e hanno cominciato a parlare (bravi ad attaccar bottone, ricordati la tecnica pensavo), erano simpatici e divertenti. Io ogni tanto dicevo qualcosa stando ben attenta alla voce per non tradirmi. Il tempo passava e continuavano a volerci offrire da bere (vorranno ubriacarci?), ero divertita e mi ero finalmente totalmente rilassata. Mi piaceva la compagnia. La mia amica si avvicinò e cominciò ad appoggiarsi a me quasi a fare le fusa, di tanto in tanto tra una risata e l'altra mi baciava sulle guance o sulle labbra. Più tardi mi confesserà che voleva vedere le reazioni dei due seduti con noi. Reazioni che non tardarono molto a notarsi: prima stupore, poi compiacimento. Capivo che si stavano eccitando (al loro posto lo sarei stato anch'io d'altronde). Cominciavo ad eccitarmi anch'io. Mi stavo eccitando però pensando ai loro membri che si ingrossavano dentro ai pantaloni, e cominciai ad immaginarli nudi con un bel fallo duro e dritto mentre ci guardavano baciarci. Poi immaginai la mia amica far ad uno di loro un pompino mentre io masturbavo l'altro. Mi stavo accaldando, sentivo un caldo insopportabile. Mi tolsi la maglietta, soffocavo. Uno di loro per aiutarmi (aiutarmi?) si protese in avanti per prenderla e appoggiarla sulla sedia di fianco a lui, e mentre lo faceva appoggio l'alra mano sulla mia gamba. Ero paralizzata. Lui scambiò questa "paralisi" per un assenso evidentemente, perchè la mano rimase sulla mia gamba e anzi cominciò ad accarezzarla. La sensazione delle autoreggenti sfregate delicatamente sulla mia gamba furono il colpo di grazia: la mia eccitazione era massima! La mia amica spiò la scena senza farsi troppo notare e ammiccò un sorriso malizioso. Guarda che Vanessa è un pò timida disse al ragazzo che mi accarezzava. Lui mi sorrise dolce, era bello pensai, e mi baciò sulla guancia. Altra paralisi, non sapevo cosa fare. il racconto sta diventando lungo andrò avanti la prossima volta

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